di fr. Felice Autieri OFMConv - Morto San Francesco il suo corpo fu portato nella chiesa di S. Giorgio, oggi inglobata nell’attuale chiesa di S. Chiara, che fino al 1230 ne custodì le spoglie. Completata la basilica a lui dedicata, giunse il momento della traslazione del corpo alla nuova chiesa.
Infatti il sepolcro definitivo era stato fatto preparare da frate Elia, scavando con lo scalpello nella roccia della collina sottostante la zona dove sarebbe sorto l'altare maggiore. Si trattava di un vano quadrangolare, approssimativamente m. 3,50 di lunghezza e di circa m. 3,60 di larghezza circa, con tendenza a restringersi verso il basso. Terminato lo scavo, il suolo del vano ottenuto fu pavimentato con lastre di travertino e con pietra viva del monte Subasio.

Per rendere più solenne l’evento, il Ministro generale fr. Giovanni Parenti convocò i frati vocali e non al Capitolo generale da celebrarsi in Assisi nella pentecoste del 1230, fissando la traslazione il 25 maggio vigilia di Pentecoste.
Il giorno della traslazione le fonti francescane attestarono la presenza di un numero superiore alle duemila persone, con i ministri provinciali, i legati del Papa giunti da Roma e i compagni del santo. Il podestà di Assisi aveva provveduto al servizio d'ordine radunando le compagnie militari del comune quali arcieri, balestrieri con fanti e i cavalieri.
Era piuttosto facile in quei momenti che la folla potesse esplodere in manifestazioni scomposte di isteria collettiva, che avrebbero potuto mettere in serio pericolo l'integrità del corpo del santo.

Questo timore forse confermato da qualche intemperanza accaduta durante il percorso del corteo mentre il carro era prossimo alle porte della basilica, spinse le autorità e alcuni cittadini di Assisi ad intervenire in modo drastico con gli uomini armati per tutelare l’integrità della bara. Pertanto facendosi largo attorno al carro lo isolarono dal resto dei frati e dalla folla, si impadronirono del sarcofago e lo trasportarono dentro la chiesa.

Probabilmente per calmare le proteste dei fedeli, fu diffusa la notizia che il corpo di S. Francesco sarebbe stato esposto alla venerazione dei fedeli. Ma l'attesa della folla in fermento fu delusa e lo stesso frate Elia accordatosi con le autorità di Assisi, decise una provvidenziale misura di sicurezza. Gli uomini del comune bloccarono le porte della chiesa respingendo indietro la folla, il corpo del santo fu portato al centro del quadrato dove la navata ed il transetto si incrociano e lì deposero il feretro. Non permisero a nessuno nemmeno ai legati del Papa, al Ministro generale e ai frati di entrare in chiesa, infatti tutti furono ricacciati al di fuori delle porte che furono frettolosamente chiuse e sprangate dall'interno.

Non potremo mai sapere come siano andati veramente i fatti, ma possiamo affermare che se il metodo usato da frate Elia fu discutibile ciò non toglie che in quel momento un'indecisione o una debolezza avrebbero potuto avere conseguenze ben più gravi. L’azione energica di Elia, assicurò ai posteri l'integrità del corpo di S. Francesco ora traslato integro e definitivamente all’interno della basilica.