La reliquia del Velo della Madonna nella Basilica di Assisi di fr. Felice Autieri OFMConv - Nel 1320 la basilica di S. Francesco fu arricchita di una nuova reliquia, il velo della Madonna offerto da Tommaso Orsini conte di Manoppello.

Racconta lo storico assisano Antonio Cristofani che gli fu donato dal governatore di Damasco Sayf al-Din Tanqiz al-Nasiri che a sua volta, l'aveva preso da una non meglio identificata "chiesa di Gerusalemme". Tornato in Italia e colpito da malattia, l’Orsini fece voto a san Francesco che se fosse guarito l’avrebbe offerto ai frati del Sacro Convento. Per questa ragione ci racconta il Cristofani, che l’11 marzo 1320 “dinanzi l’altare del santo presentò la veneranda reliquia”.

Fu ritenuta dagli assisani miracolosa, tanto che erano soliti ricorrere al prezioso velo, ogni volta che la città fosse stata minacciata da qualche sciagura o pericolo. Infatti in occasione della pestilenza che flagellò l’Umbria nel 1362, i frati del Sacro Convento portarono in processione la reliquia con il popolo in preghiera, per scongiurare che la peste si diffondesse in città. Per tradizione al termine della processione, dal cupolino esterno della basilica superiore il Custode del Sacro Convento benediceva con la reliquia i presenti .

S. Giuseppe da Copertino, vissuto per molti anni al Sacro Convento, era molto devoto al velo, tanto da andare in estasi al solo vederlo. Le fonti ci ricordano quella del 2 luglio 1646: al termine della solenne processione, il frate sacrista fr. Ludovico chiamò S. Giuseppe, conoscendo il suo desiderio di poterla venerare. Ebbene, quando il santo baciò il velo con affetto e devozione, fu spinto all'indietro fino a metà sacrestia per lievitare subito dopo . Ci racconta il testimone Ottavio Aromatari che l’anno successivo il santo fu invitato nuovamente in privato a venerare il velo. Dopo aver pregato si accostò per baciarla, ma aprì la bocca soltanto per accennare alla preghiera dell'Ave Maria, per essere spinto otto passi indietro e lievitare immediatamente .

Il primitivo reliquiario è ricordato nell'inventario del 1430; in seguito fu sostituito con quello attuale per volontà del cardinale Alessandro Peretti, alla cui parente Camilla fu concessa nel 1604 la cappella di San Giovanni Battista perché vi fosse conservata decorosamente. Il velo è stato oggetto di studi da parte degli esperti in tessuti, i quali sostengono che la sua tessitura è antica ed è costituita dal bisso, una sorta di seta naturale marina ottenuta dal filamento che secernono alcuni molluschi bivalvi nel momento di abbarbicarsi alla roccia. Ebbene, la loro lavorazione era sviluppata nell'area mediterranea, mentre questo genere di velo per gli alti costi di produzione era in uso da parte di donne di alto lignaggio, molto spesso ostentato dalle mogli di personaggi influenti della società del tempo.

Sono dunque sia la pietà popolare che la tradizione storica a consegnarci la plurisecolare devozione del “velo della Madonna”, esposto alla venerazione dei fedeli nella chiesa inferiore della Basilica di Assisi due volte l’anno: il 15 agosto e l'8 dicembre.