Non molti sono a conoscenza che l’autore della Preghiera semplice, tanto diffusa e conosciuta, non è S. Francesco.
Al contrario la sua storia è molto più recente e probabilmente fu scritta nei primi anni del ‘900, mentre la sua diffusione ha del rocambolesco.

La prima versione conosciuta fu pubblicata nel numero del dicembre 1912 nel La Clochette, bollettino de Ligue de la Sainte Messe dal sacerdote bretone P. Esther Bouquerel (+1923). Era una rivista che definiremmo oggi “devozionale”, mirata alla formazione dei membri dell’associazione che aveva come finalità la catechesi sul significato della partecipazione alla messa domenicale. Fu presentato come testo anonimo nell’articolo Belle Prière à faire pendant la Messe, ancora oggi non sappiamo chi sia l'autore né la data di creazione del testo. Tuttavia potremmo immaginare che l’autore sia stato il Bouquerel, perché in genere erano suoi gli articoli presenti nel bollettino.

La preghiera piacque al canonico P. Louis Boissey (+1932) abbonato al bollettino, che a sua volta la pubblicò nel gennaio 1913 in quello parrocchiale Les Annales de Notre-Dame de la Paix. Nel 1915 il marchese Stanislao de la Rochethulon-Grente (+1945) lettore de Les Annales, avendo legami diretti con la curia romana, ritenne opportuno inviarvi la preghiera al Segretario di stato vaticano il cardinale Pietro Gasparri con l’auspicio di farla leggere a Benedetto XV. Il testo fu accompagnato dalla lettera scritta a mano in francese dal marchese, con questo titolo evidentemente inventato Prière du Souvenir Normand au Sacré-Cœur inspirée du testament de Guillaume le Conquérant, Rouen Saint-Gervais, 9 sept. 1087. Il Gasparri da parte sua lo ringraziò sottolineando come il Papa ne fosse rimasto colpito, tanto da chiederne la traduzione e la pubblicazione in italiano sulla prima pagina dell'Osservatore Romano del 20 gennaio 1916. Il testo fu intitolato Le preghiere del «Souvenir Normand» per la pace, in cui vennero introdotte altre varianti rispetto al testo originale del 1912.

Dall’Osservatore Romano il testo ebbe una grande diffusione e fu ripresa da La Croix che la pubblicò il 28 gennaio 1916 definendola “une prière très ancienne”. Ora il testo ritradotto in francese fu commentato positivamente, in quanto invitava a pregare per la pace attraverso l’intercessione rivolta al Sacro cuore di Gesù. Il cappuccino fr. Étienne Benoît visitatore del terzo Ordine francescano della regione di Reims, stampò la preghiera tra il 1916-1918 con il titolo “Prière pour la paix”.
Il testo apparve sul retro con l'immagine di S. Francesco, spiegando come riassumesse le caratteristiche salienti del santo ed indicando la fisionomia del suo seguace. Infine si augurò che i terziari francescani del distretto potessero attuarlo nel loro programma di vita, nella recita devota quotidiana chiedendo a Dio la grazia di metterla in pratica.

Il testo catturò l’attenzione del mondo protestante francese, che riteneva il francescanesimo precursore della riforma in ambito cattolico. Il pastore Jules Rambaud (+1949) in un lavoro di riconciliazione tra riformati francesi e tedeschi, scoprì la preghiera e la diffuse con la menzione “attribuée a St. François d’Assise” in migliaia di esemplari in diversi paesi d’Europa. Nel 1927 questa preghiera fu utilizzata su larga scala dai Les Chevaliers du Prince de la Paix, organizzazione di pacifisti francesi protestanti guidati dal pastore riformato Étienne Bach (+1986). Dalla Francia il testo iniziò a diffondersi nel mondo protestante anglosassone ad opera di Kirby Page, ministro de The Christian Church (Disciples of Christ). Questi pubblicò la preghiera nel 1936 nel suo libro Living courageously e l’attribuì a S. Francesco, favorendone l'ampia diffusione negli ambienti protestanti degli Stati Uniti. Durante la seconda guerra mondiale, gli statunitensi tra cui il cardinale Francis Joseph Spellman arcivescovo di New York, la distribuirono in milioni di copie tra i soldati e i cattolici del paese nord americano, la diffusione fu tale che nel 1946 fu letta dal senatore del New Jersey Albert Wahl Hawkes al Senato degli Stati Uniti. I tempi erano maturi perché la preghiera erroneamente attribuita a S. Francesco, si diffondesse capillarmente attraverso la traduzione nelle varie lingue.

Fu grazie allo studioso francese Christian Renoux che si è potuti risalire alle origini della preghiera semplice. In realtà se è stato appurato che non ci sia nessun rapporto tra questa preghiera e S. Francesco, invece potremmo riscontrare delle similitudini con alcuni “detti” del beato Egidio di Assisi:

Beato chi ama e non desidera solo essere amato; beato chi teme e non desidera solo essere temuto; beato chi serve e non desidera solo essere servito; beato chi agisce bene verso gli altri e non desidera che gli altri agiscano bene verso di lui

Nel 1901 in "Durenda. Revue catholique d’art et de littérature" apparve una traduzione francese di questo brano: «Mais bienheureux est celui qui aime vraiment, et ne désire pas être aimé». Come abbiamo visto nel 1912 su La Clochette apparve il testo che dopo vari passaggi fu conosciuto come la Preghiera semplice del santo di Assisi, la cui seconda parte afferma: «Ô Maître, que je ne cherche pas tant à être consolé qu’à consoler, à être compris qu’à comprendre, à être aimé qu’à aimer». Come a buon ragione ha dichiarato fr. Pietro Messa OFM, nel confronto tra i due testi non vi è un’intertestualità ovvero una propria citazione dei “detti” del beato Egidio, tuttavia vi è un legame tra alcuni termini ed espressioni che li rendono molto verosimili. Pertanto potremmo affermare che la Preghiera semplice più che di S. Francesco potrebbe essere ispirata dal beato Egidio.

In conclusione, acclarato che S. Francesco non è l’autore della preghiera, non dimentichiamo che il 27 ottobre 1986 Giovanni Paolo II durante la giornata di preghiera e digiuno per la pace con tutti rappresentanti delle religioni, scelse Assisi proprio per l’attribuzione a S. Francesco della citata preghiera. La fortuna del testo è confermata dal fatto che fino al 2020 ve ne sono diverse versioni nelle varie lingue, tra queste ne abbiamo quasi cento in francese ed altrettante in inglese. È stato messo in musica da oltre cento diversi compositori in tutto il mondo, la preghiera è stata recitata o menzionata da numerose ed eminenti personalità cattoliche e non, ed è senza dubbio una tra le preghiere più famose. Certo il P. Esther Bouquerel non avrebbe mai immaginato che la preghiera pubblicata su una rivista devozionale durante la prima guerra mondiale, con il tempo avrebbe ottenuto una tale fama e diffusione a livello mondiale.

(fr. Felice Autieri)