In occasione della festa della Dedicazione della Basilica di San Francesco, nel suo saluto ai celebranti e all'assemblea dell'Eucaristia celebrata nella chiesa superiore il 26 maggio 2020, il Custode generale del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti, ha delineato il possibile orizzonte di speranza dopo la fase acuta della pandemia in corso.
Di seguito il testo integrale:
"La Solennità liturgica della Dedicazione di questa Basilica è l’occasione per stringerci insieme come pietre vive del grande edificio spirituale della famiglia dei figli di Dio. Ci stringiamo intorno a san Francesco, Patrono della nostra amata Italia, guidati in questa celebrazione dal nostro Ministro generale, fra Carlos Trovarelli, che ringrazio sentitamente per aver accettato il nostro invito. La fraternità della Custodia generale di Assisi – composta dalle tre comunità del Sacro Convento, del Franciscanum e di Rivotorto, qui riunitesi per l’occasione – festeggia oggi anche la propria istituzione ed è colma di gioia e di riconoscenza per la presenza dei fratelli e delle sorelle della grande famiglia francescana, qui rappresentata autorevolmente in ogni sua componente regionale e locale, maschile e femminile, religiosa e secolare. Grazie!
Ma i motivi di gioia e di riconoscenza si moltiplicano perché, insieme alla significativa presenza ecclesiastica, si sono uniti a noi i più qualificati rappresentanti della società civile, qui convenuta nelle sue pluriformi espressioni istituzionali con i rispettivi vertici regionali, provinciali e locali.
Non è possibile farlo, ma vorrei menzionarvi ad uno ad uno. Mi limito a citare le diverse aree di servizio, riguardanti: la sfera del potere legislativo, esecutivo e giudiziario; la sanità e l’educazione; le filiere della produzione agricola e industriale, gli ambiti del commercio e della ricettività, ma anche il mondo creditizio e l’associazionismo culturale e caritativo; e, dulcis in fundo, le forze dell’ordine e della sicurezza, insieme a quelle di vigilanza e soccorso pubblico.
Commosso per la vostra partecipazione, vi sono profondamente grato anche per il servizio che fate a favore dell’intera comunità. Un saluto particolare lo rivolgo al Procuratore generale, al suo primo giorno di pensione: a te Fausto un caro augurio, caratterizzato da gratitudine, stima e affetto da parte di tutti, per quanto hai fatto in tanti anni di onorato servizio.
Se nel senso di responsabilità civica e nell’atteggiamento di lealtà e gratuità con il quale ciascuno svolge il proprio compito a vantaggio degli altri, si manifesta il grado di appartenenza alla compagine sociale della famiglia umana, nella partecipazione a questa assemblea che celebra il rendimento di grazie e intende confermare il proprio impegno nell’amore al prossimo si esprime anche il nostro anelito e la nostra speranza nell’eternità.
In tale prospettiva, ritengo vada letta anche la cosiddetta ripartenza. Non possiamo pensarla solo come un ritorno alla normalità o come la riattivazione di percorsi che si sono interrotti. La sofferenza causata dalla pandemia e il prezzo pagato in vite umane devono divenire per noi occasione di conversione, per un cambiamento di stile e per l’assunzione di un nuovo orizzonte politico, sociale, economico e culturale. Un orizzonte, vasto quanto è vasto il cielo che è sopra di noi e che è dentro di noi, è la sintassi del futuro che ci viene incontro. La sua grammatica si declina in termini di gratuità, condivisione e reciprocità. Per dirla con un linguaggio francescano, la grammatica del futuro che può dare un senso al nostro mondo è l’umanesimo fraterno.
Non è più tempo di leggere la realtà a partire dalle divisioni o dalla contrapposizione di gruppi sociali o formali: destra e sinistra, pubblico e privato, datori di lavoro e dipendenti, uomini e donne, chierici e laici… Noi, in questa assemblea, esprimiamo il desiderio di ripartire insieme, ascoltandoci e mettendo a disposizione le risorse e le competenze che abbiamo in dote per edificare un mondo migliore, più fraterno, a partire dall’attenzione ai poveri, dalla cura dell’ambiente e dal rispetto e valorizzazione delle differenze. San Francesco ci aiuti ad essere più umani, sempre più simili a Gesù, vera pietra angolare dell’umana famiglia dei figli di Dio".