Il Privilegio papale - Il 22 aprile 1230, dal Laterano, Gregorio IX emise il documento "Is qui Ecclesiam suam" con il quale ribadiva la proprietà papale del terreno su cui è edificata la Basilica di San Francesco in Assisi, sul "Colle del Paradiso" .

Il pontefice stabiliva inoltre che questa chiesa, in cui i frati avrebbero dovuto servire e vivere "in perpetuo", gli fosse direttamente soggetta e la definiva " Caput et Mater" di tutto l'Ordine dei Minori. Questa definizione riprendeva la formula normalmente riferita alla chiesa romana, "Caput et Mater omnium ecclesiarum", oppure alle abbazie-madri della tradizione monastica di Benedettini, Cluniacensi e Cistercensi.

L'originale, redatto su pergamena, è custodito presso la Biblioteca del Sacro Convento. Da un punto di vista storico, il documento papale costituisce una novità. Si tratta infatti di un "privilegio solenne", come quelli fino ad allora riservati ai monasteri per sottoporli alla protezione pontificia ed esentarli così dalla giurisdizione dei vescovi e del clero secolare.

Questa tipologia di documenti veniva redatta con elementi formali molto tipici, che il solenne documento custodito ad Assisi presenta fedelmente: ad esempio, tra altri particolari peculiari, la prima linea è composta interamente in caratteri allungati ("litterae elongatae"); viene usata la formula di validità "in perpetuum"; il testo si conclude con tre Amen; il papa lo sottoscrive, ed è aggiunto il segno "di Rota" a sinistra e il monogramma "Benevalete" a destra.