in occasione della festa del patrono d’Italia, San Francesco d’Assisi :
Sacro Convento di Assisi, Movimento Laudato Si’ e Next, nuova economia per Tutti scrivono oggi da Assisi a chi governerà il nostro Paese, nel giorno in cui festeggiamo San Francesco Patrono d’Italia - suo protettore e padre, come suggerisce la radice etimologica del termine - chiedendo che il patrimonio sociale, culturale, storico, artistico, naturale, così ricco di biodiversità, vita e creatività, sia difeso e promosso.

Scriviamo avendo negli occhi del cuore tutte le vittime della pandemia; ogni imprenditore, i giovani, gli anziani e gli adolescenti costretti ad affrontare - in situazione di maggiore fragilità - le sue conseguenze; ogni donna ucraina che, sotto le bombe russe, ha visto partire mariti e fidanzati, ha dovuto portare di notte i propri figli spaventati nei rifugi e ha lasciato sotto le rovine della guerra nonni e genitori, i “sacrificati”; ogni persona che si è vista strappare via i propri affetti dalla furia delle acque nell’ultimo nubifragio nelle Marche e tutte le vittime nelle altre regioni d’Italia, colpite dalle conseguenze del
cambiamento climatico.

Siamo stati impegnati prima e dopo il voto: la nostra chiamata alla responsabilità non si arresta!

Come Movimento Laudato Si’, abbiamo lanciato dal 18 al 24 settembre, la mobilitazione Ascolta la Voce del Creato, #chiamatiallaresponsabilità per invitare a votare consapevoli del momento storico epocale. Come Next, nuova Economia per Tutti, tra il 16 e il 18 settembre abbiamo contribuito ad ideare e progettare il Festival Nazionale dell’Economia Civile a Firenze, in cui tutti noi, amanti dell’Italia e parte viva d’Europa, abbiamo manifestato l’esigenza di un impegno comune più incisivo, in difesa della salute, della scuola, del lavoro, dell’ambiente e della pace.

Oggi, uniti nella diversità delle nostre ispirazioni, vi chiediamo di trasformare la crisi energetica nella opportunità di accelerare la giusta transizione ecologica, per assicurare entro il 2030 la riduzione delle emissioni climalteranti del 55% entro il 2030 rispetto al 1990, al pari o al di sopra degli obiettivi europei. Ciò costituirebbe una risposta concreta alla crisi climatica e a quella della biodiversità:

*per favorire la sicurezza e la pace, emancipando il nostro Paese dalla dipendenza energetica dall’estero e dalle fonti fossili, la cui detenzione, a causa di interessi geopolitici, continua a scatenare guerre e a
distruggere interi popoli;

* per corrispondere alle attese di un popolo sempre più disaffezionato al voto con azioni generatrici di speranza in grado di aprirlo alla fiducia nel futuro.

Sui territori locali ci siamo stati, ci siamo e ci saremo, per tessere comunità e fare la nostra parte nel cambiamento di rotta. Questo è il nostro momento storico!

Solo qualche anno fa a parlare dell’emergenza ambientale erano pochi addetti ai lavori, che venivano accusati di preoccuparsi della fine del mondo piuttosto che della fine del mese. L’accelerazione dell’emergenza
climatica è sotto gli occhi di tutti e le sue conseguenze negative sulla vita di famiglie e imprese riguardano ormai la fine del mese, annullando quell’ipotetico conflitto d’interesse.
Da tempo gli studiosi avevano previsto che la concentrazione di CO2 nell’atmosfera e il conseguente riscaldamento globale avrebbero prodotto siccità, eventi climatici estremi e ondate di calore, con le inevitabili
ripercussioni dell’insicurezza alimentare e dell’aumento delle disuguaglianze. Tutte queste tipologie di eventi ci sono purtroppo diventate familiari. La profezia contenuta nella Laudato si’ di papa Francesco, che parla di “ecologia integrale” e di un mondo dove le dimensioni ambientale, sociale, spirituale ed economica sono profondamente interconnesse, si è rivelata drammaticamente corretta. La siccità mette in crisi le produzioni agricole; gli eventi climatici estremi aumentano significativamente il rischio idrogeologico in molte aree del nostro Paese, richiedendo investimenti sempre maggiori contro il dissesto del nostro territorio; la dipendenza dalle fonti fossili combinata alle conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina ha fatto esplodere il prezzo del gas e le bollette, mettendo in crisi famiglie e imprese ed evidenziando ancora una volta i costi
della nostra dipendenza energetica (come ai tempi della crisi petrolifera degli anni ’70). Infine il progressivo riscaldamento del pianeta rende sempre meno produttive le aree subtropicali, aumentando le pressioni migratorie di milioni di persone verso la sponda europea del Mediterraneo.

Appare oggi sempre più evidente che sarà il ritardo nella transizione ecologica, e non la transizione ecologica di per sé, a creare costi e sofferenze sempre maggiori a famiglie e imprese.

La via d’uscita “vincente” per il clima e, contemporaneamente, per il bene di famiglie e imprese ESISTE!
Con questo nostro appello vogliamo esortare il governo entrante a imboccarla il prima possibile, intervenendo sull’efficienza energetica, sulla diffusione delle rinnovabili di piccola scala, sugli aiuti selettivi per i più bisognosi e sul supporto alle imprese. In particolare, insieme ad una chiara riduzione dell'uso di energia, coerente con il principio di sobrietà, chiediamo al nuovo governo di favorire il conseguimento dei seguenti obiettivi urgenti
:

L‘efficienza energetica nelle abitazioni quale priorità a difesa della famiglia di fronte alla crisi di oggi e all’incertezza del domani. Il parco edifici italiani è il secondo più inefficiente d’Europa. Il meccanismo del superbonus ha pregi e difetti, ma è lo strumento da cui partire per assicurare case calde anche per i meno abbienti. Serve una sua riforma per renderlo più efficiente, per favorire l’uscita dalla dipendenza del gas da parte delle famiglie, per assicurare uno strumento che metta in sicurezza anche l’edilizia popolare contro il rischio sempre più reale della povertà energetica.

L’installazione di pannelli solari su abitazioni domestiche, condomini, tetti di scuole ed edifici pubblici, capannoni di imprese nel tempo più breve possibile, così da risolvere il problema della bolletta di famiglie ed imprese trasformandole in autoproduttori di energia. L’installazione diffusa di impianti fotovoltaici con l’agrivoltaico già rappresenta e sempre di più è in grado di rappresentare per le aziende agricole una seconda fonte di reddito, che non entra in conflitto con le coltivazioni tradizionali ma, al contrario, le migliora riducendo i bisogni di irrigazione.

Il varo più rapido possibile dei decreti attuativi delle comunità energetiche che consentirà una produzione di energia diffusa e partecipata la quale, determinando la crescita dell’autoconsumo, ridurrà i problemi di congestionamento della rete elettrica.

Lo sblocco delle procedure di autorizzazione delle fonti rinnovabili. Servono circa 10.000MW di nuove rinnovabili all’anno. I progetti depositati in corso di valutazione superano di gran lunga questa soglia, ma restano bloccati nel collo di bottiglia dei tempi di approvazione e di connessione degli impianti realizzati. Negli ultimi 10 anni la complessità burocratica e l’opposizione del Ministero dei beni culturali hanno reso impossibile lo sviluppo delle rinnovabili in Italia. Oggi solo l’energia rinnovabile può garantire approvvigionamenti sicuri e a buon prezzo, offrendo opportunità di lavoro e capacità di crescita dell’industria nazionale. Bisogna assicurare procedure veloci, per le quali le Regioni possano seguire linee guida precise. Bisogna assicurare che la definizione delle aree idonee non si trasformi in una nuova barriera alla realizzazione degli impianti, ma piuttosto in un'opportunità per ridurre i tempi di realizzazione delle opere che ci vedono più indietro di quasi tutti i Paesi europei.

La garanzia di un’attività diplomatica dell’Italia tesa a costruire le regole del commercio europeo e globale in modo da promuovere anche la nostra capacità tecnologica nell’implementazione di processi e prodotti in favore della sfida ai cambiamenti climatici. Tra gli strumenti opportuni sarà importante considerare l'imposizione a livello europeo di una tassa d’ingresso per i prodotti realizzati nei paesi terzi che non rispettino i nostri standard ambientali (CBAM - Carbon Border Adjustment Mechanism), misura che può risultare fondamentale per far sì che il commercio internazionale diventi veicolo di diffusione della transizione ecologica in tutti i paesi del mondo.

La concessione di nuovi crediti di imposta per le imprese per sostenere l’efficientamento energetico e l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili. Così come l’introduzione dei CCDs (Contracts for Carbon Differences), con i quali le imprese vengono premiate per la decarbonizzazione.

La definizione di un piano di aiuti per affrontare i costi esorbitanti del riscaldamento nel corso del prossimo inverno. Non avendo le risorse per incentivare i consumi di tutti, continuando a spendere risorse pubbliche il Paese rischia di incrementare in maniera insostenibile il proprio debito. Gli aiuti vanno indirizzati ai più vulnerabili e vincolati a un tetto massimo di consumo: in tal modo si aiuterebbero le famiglie senza ipotecare il futuro del Paese e si favorirebbe la nostra capacità di uscire dalla crisi.

La progettazione di piani di accumulo e vasi idrici per affrontare insieme intermittenza e siccità.

La strada davanti a noi è chiara ed è quella che ci renderà progressivamente indipendenti nella produzione di energia: chiediamo al nuovo governo di intraprenderla con decisione. Come organizzazioni della società civile restiamo pronti e disponibili a fare la nostra parte in questa strategia per il bene comune.

4 ottobre, 2022 Festa di San Francesco di Assisi, Patrono d'Italia

Sacro Convento di Assisi
Movimento Laudato Si’
Next, nuova economia per Tutti