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Mercoledì 11 agosto, il custode del Sacro Convento fra Marco Moroni ha presieduto alle 8 nella Basilica di S. Chiara la Santa Messa conventuale nella festa della Santa.

La Santa Messa pontificale delle 11 è poi stata presieduta dall’ex custode del Sacro Convento, Sua Em.za card. Mauro Gambetti, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e arciprete della Basilica di San Pietro, e concelebrata dal vescovo mons. Domenico Sorrentino. Nella Basilica di S. Chiara erano presenti le autorità civili e militari, il clero diocesano e molti fedeli, a testimonianza del profondo legame tra Chiara e la città di Assisi.

Nell'omelia il card. Gambetti ha sottolineato che “Chiara ha vissuto un crocevia della storia simile al nostro dove è stata posta innanzi a una scelta ultimativa: tuffarsi nell’Essere eterno o rimanere ancorati al niente che passa". Anche Chiara, come l'uomo del nostro tempo, “visse in un contesto storico e sociale segnato da un passaggio d’epoca. Un tempo di crisi delle strutture politiche, economiche ed ecclesiali che portò ad un grande rinnovamento, all’evolversi di una comprensione dell’uomo e del suo modo di stare nel mondo”. Il cardinale ha quindi fatto rilevare che la pandemia “non è la causa della crisi che viviamo, ma è il coperchio sollevato sul travaglio del mondo. Si tratta di un crocevia della storia nel quale si condensa improvvisamente un itinerario che negli anni ha visto eludere le domande capitali del cuore dell’uomo a vantaggio di una mera soddisfazione di bisogni, in un’ottica utilitarista, consumista e libertina. Esattamente come al tempo di Osèa. Smarrito il riferimento al Dio vivo – ha aggiunto - abbiamo cercato sicurezze in termini di organizzazione sociale, di possesso di beni, di affermazione di sé e così siamo irretiti da un bisogno di sazietà fisica, emotiva, affettiva che esorcizzi la paura del dolore e della morte”.

In un'ottica credente, il card. Gambetti ha infine definito questi momenti di crisi come tempi “provvidenziali, nei quali si rende evidente che abbiamo sbagliato e che abbiamo peccato come i nostri padri rendendo strutturale il male, entriamo in confusione, siamo disorientati, insicuri e Dio, come fosse un marito tradito e addolorato (vedi Osèa), rilancia: attira a sé la propria sposa adultera, la conduce nel deserto e le parla al cuore. Nel linguaggio biblico è il momento di una nuova creazione. E così oggi noi siamo nuovamente attirati da Dio. Infatti si avverte crescente il bisogno di profondità e di spiritualità nelle persone. Siamo accompagnati nel deserto. È infatti evidente l’aridità che si fa spazio dentro di noi, intorno a noi, nelle persone sempre più vuote. Sta emergendo prepotentemente la domanda di senso e di felicità che alberga nel cuore dell’uomo. Pensiamo ai nostri giovani, ai giorni del lockdown, le incertezze del futuro, l’impossibilità di salvarsi da soli o di potere fare affidamento assoluto sulla scienza. È il momento favorevole per ascoltare Dio che parla al cuore”.

Nella celebrazione, anche il sindaco di Assisi, Stefania Proietti, ha offerto dei doni da parte di tutta la cittadinanza.